domenica 20 marzo 2011

I nuovi eredi del "nouveau cirque"

Il sorprendente circo Baro d'Evel, o dei nipotini di Zingaro




Tra i tentativi di definire il "nouveau cirque", si avanzano utopie identitarie quali l'assenza degli animali e quella del tendone. Dimenticando che il movimento non nacque come reazione alla simbologia della tradizione (e mai volle esserlo), ma forse come una sua proiezione poetica.
La forma artistica del "circo contemporaneo", seppur abbia dei contorni precisi, e' oggi oltre la sua terza decade avendo attraversato possibilmente quattro generazioni di artisti.

Il giovanissimo catalano Blai Mateu, diplomato in Francia al Cnac, é il figlio di uno dei grandi pionieri del "nuovo circo": Tortell Poltrona, animatore del magnifico "Circ Cric". Blai, che ha respirato polvere e segatura fin dalla nascita, ha fondato alcuni anni fa il circo Baro d'Evel con la collega di corso Camille Decourtye.


La loro nuova creazione, "Le Sort du Dedans" é magnifica. La interpretano quattro personaggi: un uomo, una donna, un cavallo, un musicista e un contrabasso. Ciascuno con la propria vivace identità, tutti alla continua scoperta di quella altrui, in una incessante e imprevedibile danza concentrica.






Gli elementi necessari al circo ci sono tutti: il virtuosismo acrobatico, il mito del cerchio, la meraviglia del confronto col mondo animale, la musica dal vivo, l'umorismo, la mai definita poesia, la sempre necessaria assurdità.
E anche un magnifico, minuscolo tendone, un'esperienza di arti plastiche stimolante fin dall'ingresso, circondato dalle sue roulottes.
Come i pionieri del rinnovamento, questa ormai quarta generazione del "nuovo circo" non ha voluto rinunciare alle icone ancestrali e spesso indispensabili del circo: come avevano fatto Zingaro, Le Cirque Bidon, Jean Baptiste Thierrée, lo stesso Circ Cric, il primo Cirque du Soleil, Annie Fratellini e Bernhard Paul.

Era ora che arrivassero, finalmente, i nipotini di Bartabas.