Fuerza bruta e cose vicine al circo
Il circo va di moda (per fortuna). E allora si pensa che per fare qualcosa di “circense” basti appendere dieci ginnasti ad una gru, o farli camminare sulla fiancata di un antico palazzo mentre ci si proiettano sopra gigantografie. Poi, però, a tutte queste forme che si rifanno al circo, di circense mancano il vero virtuosismo, il coraggio, la follia, quel-qualcosa-che, etc. Calma: questo manca anche a molti circhi (che quindi poi risultano meno circensi di cose che circo non sono).
Una delle eccezioni a questo mondo un po’ asettico è un gruppo argentino di pazzi che si chiamano “De La Guarda”: non si dichiarano circensi, ma nello spirito lo sono e come. Li ho scoperti una decina di anni fa a New York nel loro primo spettacolo, che poi è passato rapidamente anche in Italia, di recente. Cosa fanno: di tutto. Sprigionano tutta la loro fisicità; non sono contenti se al loro sudore non si mischia anche il tuo, se quello che fanno non riesce a portartici dentro, facendoti perdere ogni orientamento, prendendoti di peso e costringendoti a essere in un altrove che non sapevi neanche esistere. Questo sì, che è circense.
Da un paio di mesi, “De La Guarda” ha creato a New York un nuovo spettacolo, che si chiama “Fuerza Bruta”. Tra le altre cose che vi succedono (veramente tante e le più disparate), gli artisti fanno acrobazie acquatiche sulle teste degli spettatori. Nel senso che letteralmente scende sulle vostre teste una membrana che si riempie d’acqua. Per farlo, hanno dovuto sventrare la parete di un teatro. Anche Barnum ne sventrò una, la volta che dovette ospitare una balena imbalsamata.
Passando ai fatti, mentre leggete state vedendo alcune foto di “Fuerza Bruta”, che tra l‘altro, se uno vuole, possono suggerire un vago colorito anche natalizio (ah, questo non esclude che in un prossimo post potremo avventurarci nello stantìo tema “circo – natale”). E in chiusura, avete anche un loro trailer. Poi, se qualcuno è curioso, su http://www.fuerzabruta.net/ c'è un sacco di altra roba.
Comunque ci risentiamo per gli auguri.
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