di Antonio Audino
E’ un volume davvero prezioso quello dedicato alla Storia del Circo da Raffaele De Ritis, proprio perché scritto da un personaggio che unisce la sua esperienza con le troupe più importanti del mondo, dal Cirque du Soleil al Barnum, con uno scrupolo di studioso attento e metodico.
Dunque il libro non nasce soltanto da uno sguardo capace di entrare nelle ragioni pin profonde della creatività circense, ma anche da minuziose ricerche in biblioteche e archivi di vari Paesi e di incontri con esperti, storici, artisti. Sono necessarie, quindi, quasi seicento pagine dal tono brillantissimo e acuto, affollate di rare e sorprendenti illustrazioni per ricomporre il lunghissimo cammino delle arti della pista, partendo addirittura dall'era neolitica, momento in cui l'autore colloca il passaggio dalla ritualità allo spettacolo, col nascere di società stanziali, e col bisogno di creare momenti di raffigurazione simbolica del lavoro quotidiano ma anche del rapporto tra cielo e terra, tra divino e umano.
Nel suo percorso De Ritis confronta scuole diverse come quella cinese o la russa, accosta artisti e tecniche, invenzioni e fantasie, e lo fa tenendo compresenti molti aspetti, da quelli figurativi alla dimensione della relazione spaziale con lo spettatore per arrivare a territori di analisi estremamente attuali come l'uso del corpo. Tutta la storia del mondo, dunque, sembra passare sotto il tendone, cosi come il volume ci ricorda, e se il '68 rivaluterà acrobati e clown come segno di libertà, dopo la crisi degli anni Ottanta e proprio in anni recenti e massmedializzati sara proprio il circo a inventare linee di riflessione pin vicine alla nostra confusa quotidianità.
Raffaele De Ritis, Storia del Circo Bulzoni, Roma, pagg. 600, € 47,00.
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