lunedì 4 agosto 2008

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Una mappa per il "teatro di strada"

Non sappiamo di "teatro di strada" quanto di circo: ne siamo in realtà quasi ignoranti, per quanto sembrino affini le due forme. Ci permettiamo però un post di divagazione, per segnalare l'uscita di un ottimo e forse necessario libro: "Il teatro di strada in Italia. Una piccola trobù corsara: dalle piazze alle piste del circo". Lo ha scritto, con eccellente penna e sicura esperienza, Paolo Stratta. Lo ha pubblicato una emergente ma già brillante e prestigiosa casa editrice teatrale italiana, "Titivillus" (18 euro).





Questo del "teatro di strada" ci appare oggi un campo altamente sdrucciolevole, in cui si possono intrecciare i fili del teatro sperimentale con quelli della furba animazione da villaggio turistico; l'indipendenza creativa dei talenti migliori delle scuole di circo con le vie musicali del busking. E' un settore che, per sua definizione, ha una struttura legislativa difficile, ma é la più appetibile ed efficace per le ormai migliaia di comuni italiani. Se in altri Paesi (Francia, Olanda, Germania, Spagna) é un settore altamente creativo e specifico del teatro, da noi per quanto esteso é spesso fermo ancora alla mera esibizione per platee estive. Ma esiste, e tutto sommato sta bene. In Italia ha preso fiato dalle avanguardie degli anni '70 quando il teatro usciva dai luoghi classici, per poi divenire una forma più popolare e accessibile.
Il libro di Stratta (che é anche gradevole da tenere in mano) ci racconta con rigore accademico ma senza pesantezza tutto quello che c'é da sapere di questo mondo. Costruito sulla metafora marina della nave corsara (citando Fellini), tocca le varie coste di questo mondo: le origini storiche legate alle avanguardie teatrali; le affinità con il linguaggio antico della Commedia dell'Arte; ci smonta poi il teatro di strada spiegandoci come funziona, come si esercita, dove e con quali tecniche; ci offre un bellissimo corredo sull'aspetto giuridico e legislativo. E completa il lavoro con pregevoli soprese: dall'introduzone di Giuliano Scabia, ad un inatteso decalogo di Leo Bassi, a begli album di foto anche a colori, fino ad interviste con protagonisti e affini, da Bustric a Brachetti.
Ma quello che ci ha affascinato di più, se non altro per i nostri interessi, é un capitolo intitolato "Una piccola tempesta: il circo contemporaneo". Ci ha colpito perché in maniera lucida e anche nuova tenta di fare il punto sul senso che ha oggi il circo in Italia, tra l'inarrestabile anacronismo della proposta tradizionale e i tentativi ancora deboli di nuove vie.
Da questo capitolo, e da altri segnali recenti, ci piacerà prossimamente tornare in rotta verso il circo e riaprire un dibattito su queste colonne.

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