domenica 19 ottobre 2008

La quadratura del circo

Una novità e qualche riflessione sul concetto di "stile" nelle arti circensi

In ogni forma d’arte sarà sempre aperto il dibattito sulla quadratura del cerchio: come rinnovarsi; in che modo cercare un nuovo pubblico senza perdere quello vecchio; come riuscire ad essere attuali senza rinnegare la tradizione; e in tutto questo avere successo di pubblico, di critica e di soldi.
Nelle arti circensi, il circo "tradizionale" ha difficilmente conquistato nuovi pubblici; quello "contemporaneo" ha sempre avuto fatica ad essere universale.
In realtà
la formula é stata spesso trovata da molti innovatori, dotati di cultura, immaginazione, coscienza del passato e senso di apertura e curiosità verso il mondo e la società del momento. Il segreto? Avere una VISIONE. Solo quella dà coraggio, energia, sicurezza. Gli esempi partono dai grandi artefici del circo sovietico, passando per i circhi-rivista italiani degli anni ’70, arrivano al circo Roncalli in Germania, fino a Zingaro, Archaos, o al Soleil. Sono tutti casi in cui la tradizione è stata aggiornata dallo stile del proprio tempo con formule spesso geniali, tanto da creare stili.

Da pochi giorni ha debuttato a Londra uno spettacolo che potrebbe costituire una nuova tappa nella ricerca degli stili in circo: si chiama La Clique, ed è l’evoluzione di una compagnia di cabaret che da anni ha avuto successo in Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna. Solo che La Clique, a differenza dei tanti cabaret circensi ormai diffusi nei paesi anglosassoni e tedeschi, non si limita ad un cast di buone attrazioni.

La Clique ha messo insieme i propri artisti secondo un semplicissimo principio, appunto, di stile: quasi naturalmente si sono trovati assieme numeri che strizzano l’occhio a tendenze attuali come il new burlesque, il fetish, la derisione, la riscoperta dei freaks e del bizarre, la decadenza pop e fumettistica, il gioco sull'immaginario gay e lesbo, la comicità moderna.


Per il lancio a Londra, i produttori hanno avuto un’idea geniale: la riapertura dell’Hippodrome, l’ormai abbandonato circo stabile della capitale, in cui ai primi del ‘900 si esibirono i numeri più bizzarri e inusuali (sulla sua storia vedi: www.storiadelcirco.blogspot.com). All’interno dell'enorme spazio teatrale è stata posta una minuscola pista circense rotonda (poco più grande di un tavolo da pranzo, forse la più piccola al mondo) circondata da vecchie sedie di legno: la quadratura del circo, insomma. Come era accaduto nel caso di Roncalli, una confezione legata alla mitologia del passato diventa un vassoio d’argento per le follie di oggi: e così, tra i fantasmi di Houdini, del giovane Chaplin o di ciclisti senza gambe, in questi giorni si esibiscono le icone di quello che potrebbe essere definito il “pop circus” contemporaneo: dalla ormai leggendaria maga Ursula Martinez che fa sparire il fazzoletto nei propri orifizi più remoti, a Capitain Frodo che recita battute mentre passa attraverso racchette da tennis, o alla dominatrice Miss Behave, che ingoia le spade vestita di lattice rosso.


Lo spettacolo sta diventando un caso: per i quotidiani inglesi, unanimi, sembra destinato ad essere il successo teatrale dell’anno: secondo il Times, nei tempi di recessione economica l’umanità decadente e assurda degli artisti circensi e di cabaret, il loro calore e la loro spontaneità, superano la sofisticazione del musical e del teatro.
Che si sia finalmente trovata la formula dell’anti-Soleil?






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