Creato nel 1599 dalla Santa Inquisizione, l'Indice dei libri proibiti vietava tutti quei volumi che "inquinavano la fede", mettendo al bando nel corso dei secoli migliaia di nomi da Cartesio a Moravia.
Nei giorni scorsi, durante il Festival del Circo a Latina (che si svolge per la maggior parte con i contributi pubblici destinati alla "promozione dell'arte circense"), sembra che molti abbiano avuto qualche iniziale difficoltà ad acquistare il volume "Storia del Circo" di Raffaele De Ritis. Infatti, presso lo stand dei libri, pare vi sia stata qualche tensione rispetto all'opportunità di esposizione del volume, che però poi ha venduto benissimo lo stesso. Pare anche che in un colloquio pubblico durante lo stesso Festival, il volume sia stato pubblicamente additato non in positivo. Anche questo episodio ha fatto ulteriormente fioccare le vendite, rendendo il libro l'argomento del giorno.
Il motivo? Sembra che alcuni tra i patrocinatori del Festival abbiano trovato offensive alcune citazioni del libro legate alle politiche culturali e gestionali di varie istituzioni.
E' certo che l'autore di questo libro ha le sue opinioni in proposito, espresse nel volume (e articolate secondo dati concreti), pur se non sempre condivisibili. Questo non vuol dire che si sia avuta alcuna intenzione denigratoria e offensiva: se ciò potesse risultare, ci si rammarica. L'autore conferma il proprio rispetto verso tutte le persone e le istituzioni citate, pur non condividendone sempre le strategie. E si scusa senz'altro se nel volume vi possa essere stata qualche superficiale imprecisione non certo voluta, oppure dovuta a sintesi, disposto a qualunque rettifica pubblica su questo blog laddove la minima inesattezza fosse realmente riscontrata.
Si spera però che non sia un peccato se in un mondo piccolo piccolo come quello del circo qualcuno a volte "inquina la fede": anche in una vetusta istituzione come la Chiesa, il Sant'Uffizio é chiuso già dal 1966, dopo il Concilio Vaticano II.
Comunque, finita la vendita "sottobanco" durante il Festival, del cui successo ci rallegriamo (cioè sia della vendita che del Festival), il libro resta disponibile in tutte le librerie.
Anche quelle del Vaticano.
Nei giorni scorsi, durante il Festival del Circo a Latina (che si svolge per la maggior parte con i contributi pubblici destinati alla "promozione dell'arte circense"), sembra che molti abbiano avuto qualche iniziale difficoltà ad acquistare il volume "Storia del Circo" di Raffaele De Ritis. Infatti, presso lo stand dei libri, pare vi sia stata qualche tensione rispetto all'opportunità di esposizione del volume, che però poi ha venduto benissimo lo stesso. Pare anche che in un colloquio pubblico durante lo stesso Festival, il volume sia stato pubblicamente additato non in positivo. Anche questo episodio ha fatto ulteriormente fioccare le vendite, rendendo il libro l'argomento del giorno.
Il motivo? Sembra che alcuni tra i patrocinatori del Festival abbiano trovato offensive alcune citazioni del libro legate alle politiche culturali e gestionali di varie istituzioni.
E' certo che l'autore di questo libro ha le sue opinioni in proposito, espresse nel volume (e articolate secondo dati concreti), pur se non sempre condivisibili. Questo non vuol dire che si sia avuta alcuna intenzione denigratoria e offensiva: se ciò potesse risultare, ci si rammarica. L'autore conferma il proprio rispetto verso tutte le persone e le istituzioni citate, pur non condividendone sempre le strategie. E si scusa senz'altro se nel volume vi possa essere stata qualche superficiale imprecisione non certo voluta, oppure dovuta a sintesi, disposto a qualunque rettifica pubblica su questo blog laddove la minima inesattezza fosse realmente riscontrata.
Si spera però che non sia un peccato se in un mondo piccolo piccolo come quello del circo qualcuno a volte "inquina la fede": anche in una vetusta istituzione come la Chiesa, il Sant'Uffizio é chiuso già dal 1966, dopo il Concilio Vaticano II.
Comunque, finita la vendita "sottobanco" durante il Festival, del cui successo ci rallegriamo (cioè sia della vendita che del Festival), il libro resta disponibile in tutte le librerie.
Anche quelle del Vaticano.
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